ABI Monthly Outlook: ottobre 2019


16-10-2019

Pubblicato il nuovo rapporto mensile

Il rapporto mensile dell’ABI mette a disposizione in maniera tempestiva e chiara una serie di informazioni quantitative propedeutiche ad analizzare in maniera puntuale la dinamica del settore bancario e finanziario.

Dinamica dei prestiti bancari
Dai dati al 30 settembre 2019, emerge che i prestiti a famiglie e imprese registrano una crescita su base annua pari al +0,7%. Tale evidenza emerge dalle stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia, relativi ai finanziamenti a famiglie e imprese (calcolati includendo i prestiti cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni, ad esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni).
Sulla base degli ultimi dati relativi ad agosto 2019, si conferma la crescita del mercato dei mutui. L’ammontare totale dei mutui in essere delle famiglie registra una variazione positiva di +2,5% su base annua.
Sempre ad agosto 2019, a seguito della riduzione della domanda di finanziamenti - nonostante tassi di interesse che permangono su livelli storicamente infimi -, per i prestiti alle imprese si registra una riduzione dello 0,7% su base annua.

Tassi di interesse sui prestiti
A settembre 2019 i tassi di interesse sulle nuove operazioni di finanziamento si attestano sui minimi storici, e registrano le seguenti dinamiche:

  • il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è risultato pari a 1,45% (1,70% ad agosto 2019, 5,72% a fine 2007);
  • il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è risultato pari a 1,30% (1,26% il mese precedente; 5,48% a fine 2007);
  • Il tasso medio sul totale dei prestiti è pari al 2,51% (2,52% il mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007).

Qualità del credito
Le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) ad agosto 2019 si sono attestate a 32,5 miliardi di euro, in calo rispetto ai 40,5 miliardi di agosto 2018 (-8 miliardi pari a -19,8%) e ai 65,6 miliardi di agosto 2017 (-33,1 miliardi pari a -50,5%) (cfr. Tabella 3). Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è di oltre 56 miliardi (pari a -63,5%). Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali si è attestato all’1,87% ad agosto 2019 (era 2,36% ad agosto 2018, 3,84% ad agosto 2017 e 4,89% a novembre 2015).
Dinamica della raccolta da clientela

In Italia i depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) sono aumentati, a settembre 2019, di circa 70 miliardi di euro rispetto a un anno prima (variazione pari a +4,7% su base annuale), mentre prosegue la diminuzione della raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni, sebbene ad un ritmo meno intenso, per circa 7 miliardi di euro in valore assoluto negli ultimi 12 mesi (pari a -2,3%). La dinamica della raccolta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) risulta in crescita del +3,7% a settembre 2019.

Tassi di interesse sulla raccolta
A settembre 2019 il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie) è pari in Italia a 0,60%, (0,60% anche nel mese precedente) ad effetto:

  • del tasso praticato sui depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito), pari a 0,37% (0,37% anche nel mese precedente);
  • del tasso sui PCT, che si colloca a 1,71% (1,72% il mese precedente);
  • del rendimento delle obbligazioni in essere, pari a 2,32% (2,35% ad agosto 2019.

Margine tra tasso sui prestiti e tasso sulla raccolta
Il margine (spread) fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie permane in Italia su livelli particolarmente bassi, a settembre 2019 risulta pari a 191 punti base (192 punti base nel mese precedente), in marcato calo dagli oltre 300 punti base di prima della crisi finanziaria (335 punti base a fine 2007).

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