La misurazione del rischio operativo nelle banche


Basilea 2, regole nazionali ed europee, approcci, modelli e tecniche innovativi

 

Autore: Simona Cosma

Editore
Bancaria Editrice
Anno
2008
Pagine
372
ISBN
978-88-449-0383-1
Disponibilità
Disponibile
Prezzo di copertina€ 35,00
Prezzo Internet Sconto 5% € 33,25
IVA assolta dall'editore

Presentazione

L'aumento della complessità della gestione aziendale e le proposte del Comitato di Basilea in merito ai requisiti patrimoniali minimi hanno stimolato l'avvio, da parte delle banche, di studi e progetti finalizzati a sviluppare framework di misurazione e gestione del rischio operativo. I tentativi compiuti in questa direzione hanno rivelato che, nonostante le notevoli difficoltà connesse con l'identificazione e la prevenzione/mitigazione del rischio operativo, causate dall'eterogeneità degli eventi da cui esso origina, le principali problematiche con cui il management delle banche deve scontrarsi riguardano la misurazione di tale rischio.

Alla luce delle criticità emerse dall'analisi della letteratura in materia e delle esperienze di 10 grandi banche italiane che per prime si sono mosse in questa direzione, il volume vuole evidenziare i diversi aspetti connessi alla costruzione di un framework di misurazione. In particolare, nella prima parte si delineano i profili regolamentari, organizzativi e metodologici di tale misurazione, mentre nella seconda parte si entra nel merito delle singole problematiche della misurazione, soffermandosi sull'esame di alcuni modelli matematico-statistici adottati dalle banche. Le diverse prospettive lungo le quali viene analizzata la costruzione di un sistema di misurazione del rischio operativo rendono questo volume uno strumento di particolare utilità per le banche che intendono costruire un proprio modello in tal senso e che, pur nell'ampia discrezionalità di cui dispongono, potrebbero avere necessità di riferimenti teorici e pratici.

La nuova edizione, arricchita da un approfondito esame delle Nuove Disposizioni di Vigilanza per quanto riguarda i metodi base, standardizzato e gli AMA, è stata aggiornata e contiene focus specifici sulle indicazioni della Banca d'Italia in materia di Internal governance e sulla metodologia per la determinazione della misura di rischio operativo (capital at risk).

Prefazione alla ristampa 2014
 
Presentazione
 
Introduzione
 
Ringraziamenti
 
Parte prima - PROFILI REGOLAMENTARI, ORGANIZZATIVI E METODOLOGICI DELLA MISURAZIONE DEL RISCHIO OPERATIVO
 
1. La regolamentazione in materia di rischio operativo: una rivisitazione critica delle direttive di Basilea II
1.1 Obiettivi e ambiti di applicazione della riforma 
1.2 Gli strumenti dell’azione regolamentare: requisiti patrimoniali e presidi organizzativi 
1.3 Le determinanti della crescente rilevanza del rischio operativo 
1.4 Il rischio operativo nella normativa di vigilanza internazionale: elementi definitori 
1.5 I requisiti patrimoniali: le novità dell’Accordo definitivo 
1.5.1 Basic Indicator Approach 
1.5.2 Standardised Approach 
1.5.3 Alternative Standardised Approach
1.5.4 Advanced Measurement Approaches (AMA)
1.5.4.1 Internal Measurement Approaches (IMA) 
1.5.4.2 Loss Distribution Approaches 
1.5.4.3 Scorecard Approaches 
1.6 I criteri di idoneità per l’utilizzo del metodo standard e degli AMA: le principali implicazioni metodologiche e organizzative 
1.7 L’implementazione degli AMA nei gruppi internazionali operanti in giurisdizioni diverse 
1.8 Il Secondo pilastro: il ruolo delle autorità di vigilanza
1.9 Il Terzo pilastro: i requisiti di trasparenza
1.10 La gestione del rischio operativo: le raccomandazioni regolamentari
1.10.1 Identificazione e valutazione 
1.10.2 Monitoraggio 
1.10.3 Controllo e mitigazione 
1.11 Aspetti critici e questioni aperte 
1.12 Alcune riflessioni conclusive sulle metodologie di calcolo proposte dal Comitato di Basilea 
2. La normativa nazionale ed europea in materia di rischio operativo
2.1 Introduzione
2.2 Il rischio operativo nella normativa di vigilanza europea
2.3 Le metodologie di misurazione del rischio operativo nella normativa europea
2.4 I lavori del CEBS in relazione al rischio operativo
2.4.1 Il ruolo del CEBS nell’iter normativo europeo 
2.4.2 Le linee guida per l’implementazione, la validazione e la valutazione degli approcci avanzati 
2.4.3 I requisiti minimi per l’adozione degli AMA: le indicazioni del CEBS 
2.5 Il rischio operativo nella normativa di vigilanza nazionale 
2.6 Le Nuove disposizioni di Vigilanza prudenziale per le banche 
2.6.1 Le Nuove disposizioni di Vigilanza: metodi base e standardizzato 
2.6.2 Le Nuove disposizioni di Vigilanza: metodi avanzati (AMA) 
3. La misurazione dei rischi operativi: le fasi preliminari
3.1 Il sistema di misurazione: obiettivi e fasi preliminari 
3.2 L’identificazione e la classificazione dei rischi operativi: obiettivi 
3.3 L’identificazione dei rischi ai fini del calcolo del requisito patrimoniale: le indicazioni regolamentari 
3.4 L’identificazione del rischio: approcci top-down e bottom-up 
3.5 L’identificazione dei rischi operativi: due percorsi esemplificativi 
3.5.1 Percorso 1: fasi e obiettivi 
3.5.1.1 Identificazione e analisi di processi e risorse core 
3.5.1.2 Individuazione delle priorità nell’analisi dei rischi 
3.5.1.3 Identificazione e definizione degli eventi pregiudizievoli 
3.5.2 Percorso 2: fasi e obiettivi 
3.6 La classificazione degli eventi di perdita
3.7 La costruzione del database di rischio operativo
3.7.1 La scelta tra la costruzione di database specifici per ciascun processo o di un database complessivo
3.7.2 L’identificazione delle perdite da inserire nel database 
3.7.3 La rilevazione degli eventi di perdita 
3.7.4 La trasformazione e l’integrazione dei dati 
3.7.5 La tipologia di dati da raccogliere e inserire nel database 
3.7.6 La ricerca delle fonti di informazione sulle perdite operative 
3.8 Le fonti informative esterne 
3.9 Considerazioni di sintesi 
4. Un confronto tra i principali approcci di misurazione del rischio operativo
4.1 Introduzione
4.2 Approcci top-down versus approcci bottom-up
4.3 Orientamenti qualitativi versus orientamenti quantitativi
4.4 Le metodologie top-down
4.4.1 Il modello CAPM
4.4.2 Earnings volatility approach
4.4.3 Modelli basati sui costi 
4.4.4 Modelli basati su indicatori patrimoniali o di conto economico
4.4.5 Analisi dello scenario
4.4.6 Modelli di risk profiling o modelli multifattoriali
4.5 Le metodologie bottom-up
4.5.1 Modelli di perdita attuariali
4.5.2 Modelli causali 
4.5.3 Varianze operative 
4.5.4 Stress test 
4.5.5 Self-assessment approach 
4.5.5.1 Checklist 
4.5.5.2 La tecnica Delphi 
4.5.5.3 Punti di forza e di debolezza delle metodologie di self-assessment 
4.5.6 Business line approach 
4.6 La scelta regolamentare nell’ambito delle metodologie standard: alcune riflessioni 
4.7 La scelta regolamentare nell’ambito delle metodologie avanzate: alcune riflessioni 
4.8 I criteri di classificazione degli approcci avanzati Basel compliant 
4.9 Considerazioni di sintesi 
5. Gli aspetti organizzativi critici in funzione del modello di calcolo
5.1 Introduzione 
5.2 Strutture e responsabilità a fronte del rischio operativo: le indicazioni del Comitato di Basilea 
5.3 Linee guida in materia di Internal governance: le indicazioni del CEBS 
5.4 Linee guida in materia di Internal governance: le indicazioni di Banca d’Italia 
5.5 Strutture e responsabilità a fronte del rischio operativo: le implicazioni sulla struttura esistente 
5.6 Gli aspetti organizzativi critici in funzione del modello di calcolo 
5.6.1 Le competenze e i ruoli 
5.6.2 Meccanismi di valutazione e di incentivazione 
5.6.3 Le relazioni interfunzionali 
5.6.4 Il sistema informativo 
5.7 Conclusioni
6. L’approccio “italiano” alla misurazione del rischio operativo: gli snodi critici per la realizzazione definitiva del framework di misurazione
6.1 Introduzione 
6.2 Approcci di misurazione e motivazioni delle scelte 
6.3 Tecniche e strumenti componenti il framework di misurazione 
6.4 La natura qualitativa versus quantitativa degli approcci avanzati 
6.5 I profili organizzativi del framework di misurazione 
6.6 Gli snodi critici su un piano metodologico 
6.7 Gli snodi critici su un piano organizzativo 
6.8 Conclusioni
Parte seconda - APPROFONDIMENTI TEORICI E APPLICATIVI SULLE TECNICHE DI MISURAZIONE DEL RISCHIO OPERATIVO
 
Introduzione alla Parte seconda
 
7. Gli eventi HFLI e LFHI: modelli di frequenza e impatto
7.1 Introduzione 
7.2 Gli eventi HFLI e LFHI
7.3 La costruzione delle distribuzioni di severity e di frequenza degli eventi HFLI
7.4 Extreme Value Theory 
7.4.1 La distribuzione degli estremi: fondamenti teorici dell’Extreme Value Theory 
7.4.2 I metodi EVT per l’analisi degli estremi dei dati 
7.5 L’applicazione della metodologia EVT al calcolo del rischio operativo 
7.6 Peaks over threshold method
7.7 La stima della frequenza degli eventi rari
7.8 La metodologia per la determinazione della misura di rischio operativo o CAR (capital at risk)
7.9 Considerazioni di sintesi
8. I modelli bayesiani: possibili applicazioni nella misurazione del rischio operativo
8.1 Introduzione
8.2 Principi teorici di inferenza bayesiana
8.3 Una prima applicazione dell’inferenza bayesiana: la stima della probabilità di accadimento dei rischi operativi
8.4 L’applicazione dell’inferenza bayesiana al calcolo dell’operational VAR
8.5 L’inferenza bayesiana per l’integrazione dei dati
8.6 Il ruolo delle reti bayesiane nella gestione del rischio operativo
8.7 Considerazioni di sintesi
9. La rilevazione delle stime soggettive: metodologie e criticità
9.1 Introduzione 
9.2 Le metodologie di rilevazione delle stime individuali e di gruppo 
9.3 I problemi metodologici nella rilevazione di stima soggettive 
9.3.1 Selezione degli individui o dei gruppi da consultare 
9.3.2 Superamento delle deviazioni cognitive individuali o di gruppo 
9.3.3 La scelta fra la rilevazione di stime assolute e stime relative 
9.3.4 Valutazione della consistenza delle stime espresse da differenti individui o gruppi 
9.3.5 La quantificazione delle stime qualitative
9.4 Considerazioni di sintesi
10. Modelli stocastici per la misurazione del rischio operativo: catene di Markov e reliability theory
10.1 Introduzione 
10.2 Le catene di Markov: principi di base 
10.3 La proprietà di assorbimento 
10.4 Comportamento asintotico e probabilità invariante 
10.5 La teoria delle code 
10.6 La stima della frequenza degli eventi di perdita nella reliability theory 
10.7 La costruzione della funzione di affidabilità per i processi operativi 
10.8 Considerazioni di sintesi
11. Strutture di dipendenza e algoritmo di aggregazione
11.1 Introduzione 
11.2 La stima delle correlazioni nel metodo IMA 
11.3 La stima delle dipendenze tra le perdite annuali: le funzioni copule 
11.4 L’identificazione della struttura di dipendenza tra i rischi operativi 
11.5 La scelta delle funzioni copule per l’algoritmo di aggregazione 
11.6 Considerazioni di sintesi
12. Il backtesting del VAR operativo
12.1 Introduzione 
12.2 Il backtesting del VAR operativo 
12.2.1 Il test di Kupiec 
12.2.2 Il test di Crnkovic e Drachman (Q-test) 
12.2.3 Il test di Christoffersen 
12.2.4 Il test di Lopez 
12.2.5 Il test di Cruz
12.3 Considerazioni di sintesi
13. Conclusioni
 
Bibliografia
 



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