Speciale - Rapporto ABI sul mercato del lavoro nell'industria finanziaria


22-01-2017

Banche, ABI: tornare a redditività per affrontare sfida lavoro - "Nel 2014-15 il settore ha contenuto contrazione organici, -0,8%"

Roma, 13 dic. (askanews) - Le banche italiane devono tornare alla redditività per affrontare la sfida occupazionale. È il messaggio lanciato dall'Abi nel rapporto 2016 sul mercato del lavoro nell'industria finanziaria. "In un contesto di crescenti tensioni politiche e geopolitiche - afferma l'associazione bancaria – gli ultimi mesi del 2016 segnano elementi favorevoli di ritorno alla crescita: tra questi, gli immediati positivi effetti del quantitative easing della Bce". In particolare, "nell'area euro gli indicatori congiunturali prefigurano uno scenario di crescita stabile seppur modesta e di inflazione in graduale recupero, ma ancora troppo bassa". Per il mondo bancario italiano, secondo il report presentato a Milano dal presidente Antonio Patuelli, "va considerato che l'innovazione tecnologica, i nuovi modi di fare banca e la spinta iper-regolatoria dell'Unione Europea hanno richiesto, e richiederanno in futuro, riorganizzazioni aziendali e interventi strutturali. Questo di fronte a profondi cambiamenti del modo di relazionarsi con la clientela, attraverso il potenziamento di canali innovativi che usano le nuove tecnologie e modificano, riducendola, la funzione della rete tradizionale, con conseguente progressiva diminuzione del numero degli sportelli fisici". In questa cornice, "le banche hanno effettuato sforzi straordinari, senza ricorrere mai a fondi pubblici, con grandi accantonamenti a fronte dei costi della crisi e con aumenti di capitale, in attesa che un'adeguata redditività bancaria favorisca circuiti virtuosi". Nel settore del credito, sottolinea Palazzo Altieri, "la stabilità del posto di lavoro si conferma valore fondamentale con un'incidenza del 99% dei contratti a tempo indeterminato (compresi gli apprendisti). Nonostante la lunga scia della crisi e gli scenari organizzativi e prospettici, il settore ha contenuto la contrazione degli organici nel biennio 2014-2015 (circa -0,8%)". Tra le principali caratteristiche del personale bancario ci sono "anche la qualità professionale in costante crescita (con il 37,8% di laureati) e il continuo aumento del personale femminile (il 45% sul complesso dei dipendenti)".

In Italia costo del lavoro superiore a media europea, 73mila euro 

Per il posizionamento delle banche italiane in Europa, spiega l'Abi, "continuano a sussistere squilibri sul lato dei costi che penalizzano la competitività. In questo senso, focalizzando la visuale sui gruppi bancari a prevalente vocazione nazionale, emerge che il costo del lavoro unitario, pari a oltre 73mila euro a fine 2015, si presenta in calo rispetto al 2014 ma ancora superiore alla media europea di circa 68mila euro". Anche se si esamina "il rapporto fra costo del personale e margine di intermediazione, il divario tra gruppi bancari italiani e media europea resta ancora molto elevato e pari a oltre 6 punti percentuali (35,2% contro 29% medio europeo). Ancora più significativo è il gap con i concorrenti, ove si consideri il rapporto fra costi operativi e margine di intermediazione: gli intermediari creditizi italiani infatti, con un indice del 67%, si distanziano per 9 punti percentuali rispetto alla media europea del 58%". "Questi risultati - secondo il rapporto dell'associazione bancaria - discendono dalle difficoltà nelle quali continuano a operare le banche, poste di fronte a importanti mutamenti strutturali connessi con il cambiamento tecnologico, l'evoluzione del mercato dei capitali e le incertezze derivanti dall'evoluzione in corso del quadro delle regole e di vigilanza". "È condizione fondamentale per il recupero di redditività - conclude Palazzo Altieri - il completamento del processo di armonizzazione delle regole iniziato con l'Unione bancaria europea, assicurando norme identiche per tutte le banche vigilate, senza privilegi per alcuno, uguaglianza dei punti di partenza nella competizione di mercato e stabilità dei requisiti patrimoniali bancari prospettici, che non possono cambiare di continuo". Glv 131547 dic 16

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